Musica d’insieme. Anche senza leggio

ANTONIO GIACOMETTI
Musica d’insieme. Anche senza leggio
Rugginenti, Milano 2017, pp. 338 + VIII, con DVD allegato, € 24,00

A CHI SI RIVOLGE
Il corposo volume costituisce una stimolante testimonianza, nonché un sostanzioso contributo metodologico, di sicuro interesse per docenti di musica e musicisti creativi e curiosi in formazione continua, attivi in vari ordini di scuola, o contesti socio-educativi: dalla scuola primaria alla secondaria di primo grado, dalla scuola media a indirizzo musicale alla scuola di musica, dal liceo musicale al conservatorio (soprattutto nei nuovi livelli propedeutici o nei corsi di musica d’insieme per didattica), dal gruppo musicale bandistico a quello vocale-strumentale e in generale ovunque si pratichi o si possa praticare la musica d’insieme. Può inoltre rappresentare un luminoso faro per studenti dei bienni di didattica della musica nei conservatori.

MOTIVI D’INTERESSE
La chiosa nel titolo, Anche senza leggio, lascia subito intuire la prospettiva con cui Antonio Giacometti ha voluto impostare il proprio lavoro. La pratica della musica d’insieme non è solo per chi già sa leggere la musica, ma è per tutti e a tutti i livelli. Dunque non è solo l’approdo di un lungo apprendistato musicale, strumentale e teorico, ma può – o meglio – deve venire prima di tutto ciò. Giacometti lo dimostra con i suoi venticinque anni di esperienza “sul campo” come figura – com’egli stesso si lascia scoprire e si definisce – di «coordinatore di gruppo (si badi bene non direttore), partecipativo, entusiasta, autocritico, capace continuamente di mettere in gioco i propri saperi, la propria esperienza, ravvivandola alla luce dell’intelligenza e della voglia di far musica dei propri ragazzi. Persona, educatore e musicista insieme, non prima uno e poi l’altro. Insieme!» (p. V).
Quello che Giacometti auspica nel ruolo di “coordinatore del gruppo” musicale è una personalità di musicista eclettico, incoraggiandolo a muoversi con famigliarità nei vari settori dell’attività: «la conduzione del gruppo […], l’improvvisazione […], la trascrizione […], la composizione e la costruzione di drammaturgie musicali didatticamente mirate […]»  (p. VI).  D’altra parte il libro è concepito in modo tale da affrontare proprio questi stessi settori nei suoi sei capitoli, preceduti da una trasparente introduzione e da un’intrigante presentazione a cura di Carlo Delfrati.
Giacometti non fornisce solamente indicazioni di carattere generale o descrizioni superficiali riguardanti le possibilità didattiche che offrono i settori citati, ma propone piuttosto vere e proprie esemplificazioni di quanto ha realizzato nelle sue molteplici esperienze didattiche con ragazzi reali, in aule reali, in situazioni reali. Si tratta di percorsi nati dall’interazione con determinati gruppi di ragazzi e perciò non di progetti pre-confezionati e pronti all’uso, bensì di percorsi che possano essere sprone a crearne di nuovi, attraverso la rielaborazione personale e a partire dai bisogni e dalle sollecitazioni dei propri allievi.
Concepire secondo quest’ottica l’attività di musica d’insieme significa allestire al livello adatto al proprio gruppo un «laboratorio permanente» (p. 2) e creativo in cui i ragazzi sono protagonisti e imparano a sentire e a sentirsi; in esso i fili della cognizione, dell’affettività, dell’introiezione audio-percettiva, delle acquisizioni tecnico-strumentali, delle competenze di lettura e scrittura musicale, si legano in trame virtuose catalizzandosi vicendevolmente. La musica d’insieme diventa anche palestra privilegiata per imparare a riconoscere, leggere e scrivere le varie strutture linguistico musicali, dotandole di senso, implementando implicitamente capacità relazionali, percettive, sensoriali, emotive, musicali, logiche, espressive, di astrazione simbolica e, naturalmente, anche più specificamente motorie, ritmiche, vocali, strumentali, improvvisative, compositive… Ovviamente per fare musica d’insieme in tal modo si possono e si devono impiegare tutte le risorse sonore disponibili, quindi la voce, lo strumentario didattico, un eventuale strumentario didattico creativo (che utilizzi le risposte acustiche di oggetti d’altro uso, o appositamente inventati e costruiti) e sicuramente gli strumenti d’arte (usati secondo abitudine, oppure anche scoperti e sperimentati per suonare con approcci sonori e gestuali non tradizionali). Nell’Introduzione Giacometti individua “dieci parole chiave” che, quasi come comandamenti, identificano il mondo e i modi in cui si dipana la sua proposta didattica. Queste parole sono: “affiatamento, esplorazione, improvvisazione reattiva, improvvisazione costruttiva, lettura, scrittura, esecuzione, trascrizione, composizione, drammaturgia”.
Il libro è poi corredato di un ricco supporto DVD, contenente dieci partiture in PDF, ventitré tracce video e dieci tracce audio: materiale preziosissimo, concreta testimonianza del lavoro svolto da Giacometti. Materiale che spesso può essere riutilizzato, seguendo le luminose strade già collaudate dallo stesso Giacometti, o che può essere stimolo per intraprendere nuovi cammini, proprio sulla scorta impagabile delle esperienze che l’autore generosamente condivide.

Stefano Fogliardi