L’arca dei suoni originari

DAVID MONACCHI
L’arca dei suoni originari, Mondadori, Milano 2019, pp. 310, € 20,00

A CHI SI RIVOLGE
Grazie al suo stile narrativo semplice e coinvolgente, il libro può essere letto e apprezzato da tutti coloro che sono interessati al suono e alla sopravvivenza del pianeta Terra.

MOTIVI DI INTERESSE
Compositore, sound designer, esecutore di musica antica e di folk irlandese. Di rado i musicisti riuniscono in sé una gamma di competenze ed esperienze così ampia e di rado una tale gamma di competenze trova una sintesi così compiuta e originale come nell’avventura autobiografica dell’autore, narrata in questo libro. Monacchi racconta le scelte e le occasioni, gli ostacoli e le fortunate circostanze che nel corso della vita lo hanno portato progressivamente a dare forma al progetto Fragments of Extintion.
Tutto inizia con una passione per l’ascolto degli ambienti naturali, che dalle campagne di Urbino lo conduce a percorrere le foreste incontaminate del Borneo, dell’Africa e dell’America del sud. È questa passione il catalizzatore che fa interagire reciprocamente l’impulso creativo del compositore, la ricerca dell’esperto di tecnologie musicali, l’impegno dell’ambientalista, che vuole diffondere la consapevolezza dell’incalcolabile ricchezza naturale custodita nelle foreste del nostro pianeta, anche in forma sonora. Impossibile elencare gli incontri con esperti di vari campi disciplinari e le avventure temerarie che l’autore ci racconta. L’esito di questa ricerca tenace è la scoperta che l’affascinante paesaggio sonoro delle foreste non è solo il risultato di un’interazione fortuita fra le numerose specie che ci vivono, ma, come in parte Murray Schafer anticipava nel suo testo storico sul paesaggio sonoro, una composizione magnificamente organizzata al cui interno ogni specie ritaglia una propria “nicchia” spazio-temporale in cui riesce, attraverso il suono, a comunicare con i propri simili e quindi a garantire la propria sopravvivenza. L’interdipendenza virtuosa di questa “composizione naturale” garantisce l’equilibrio dell’ecosistema ed è quindi non solo estremamente interessante sul piano sonoro, ma assolutamente preziosa per la sopravvivenza dell’ecosistema stesso e più in generale della biodiversità sulla Terra.
Questa scoperta, che Monacchi fa durante le prese di suono realizzate sul campo con l’ausilio di registrazioni 3D ad altissima definizione, consolida in lui la determinazione a diffondere in modo più ampio possibile l’esito del proprio lavoro. Nasce così l’idea di creare una struttura per l’ascolto in 3D degli ecosistemi sonori, un teatro eco-acustico in cui gli ascoltatori possano emozionarsi al cospetto della magnificenza sonora di questi paesaggi e sensibilizzarsi alla necessità di contrastarne la progressiva estinzione. Il progetto si realizza in diversi luoghi fino ad approdare alla Sonosfera, spazio inaugurato a Pesaro il 6 gennaio del 2020, il cui nome è ispirato alla forma sferica della struttura e al fatto che in essa vengono ospitati i paesaggi della biosfera.
L’avventura di ricerca e di sensibilizzazione che Monacchi ci racconta in questo testo non è certo giunta al suo termine. Molto resta ancora di fare perché si fermi l’azione distruttiva della specie umana verso gli ecosistemi incontaminati, azione che, silenziando progressivamente la colonna sonora del mondo, prepara con incoscienza la propria stessa estinzione.

Anna Maria Freschi