I suoni dei luoghi

LORENA ROCCA (a cura di)
I suoni dei luoghi. Percorsi di geografie degli ascolti
Carocci Editore, Roma 2019, € 23.00, pp. 212

A CHI SI RIVOLGE
Fin dalle prime righe il volume dichiara il suo procedere “indisciplinato”, cioè non chiuso in un singolo campo di studio ma, al contrario, orientato ad accogliere sguardi che provengono da occhi molto diversi. D’altra parte, i temi legati al “paesaggio sonoro” si prestano per loro natura a un approccio pluridisciplinare. Il libro può interessare quindi diverse tipologie di lettori: insegnanti di musica che intendano includere nel proprio insegnamento riflessioni e pratiche legate ad ambienti, spazi, luoghi; ma anche insegnanti di altre discipline, di geografia, di tecnologia o di arte, che siano interessati ad aprirsi verso una prospettiva non solo visuale ma anche auditiva della conoscenza.

MOTIVI DI INTERESSE
Il libro si divide in due parti.
Nella prima, dopo l’introduzione della curatrice ai concetti fondamentali che legano l’ascolto al paesaggio, ovvero a un territorio “abitato” e interpretato soprattutto acusticamente, incontriamo un saggio molto interessante di Paolo Zavagna, in cui si ripercorrono le tappe storiche fondamentali che legano la composizione al concetto di paesaggio sonoro. Dai canti degli uccelli come suono ispiratore di moltissimi compositori all’irruzione del “rumore” con i futuristi, da Edgar Varese a 4’33” di Cage, vero momento di svolta, in cui il suono ambientale occupa interamente l’intenzione dell’ascolto. Si arriva poi, naturalmente, alla Musica Concreta e ai suoi principali esponenti, fino a Schafer, a cui dobbiamo “l’invenzione” del concetto di soundscape alla fine degli anni Sessanta. La panoramica fra nomi ed esperienze è molto ricca, introducendo chiarificazioni e distinzioni preziose per chi voglia utilizzare creativamente il suono ambientale, come ad esempio quella, centrale e fondamentale, fra composizione elettroacustica, pratica in cui il contesto originario dei suoni si perde completamente, sommerso dall’elaborazione elettronica, e soundscape composition, in cui invece la memoria e la riconoscibilità del contesto vengono preservate.
Uno sguardo più didattico è quello di Matteo Luigi Piricò che ci spinge a considerare il paesaggio sonoro come un ambiente di apprendimento autentico, legato alla quotidianità di ragazzi e ragazze, aperto a interpretazioni e usi didattici plurimi, legati a tutti i campi di studio secondo una prospettiva transdisciplinare, in cui le discipline si connettono condividendo sguardi e riflessioni, fino a considerare il tema del paesaggio sonoro anche come una buona occasione di inclusione per varie tipologie di diversità.
Enrico Squarcina propone quindi un focus sulla scuola dell’infanzia e primaria, analizzando come e quanto il concetto di paesaggio sonoro sia presente nelle Indicazioni Nazionali, ovvero in modo soltanto marginale e implicito, sottolineando invece quanto oggi sia importante per i docenti essere consapevoli dell’importanza culturale, sociale e, direi, etica, di questo tema.
La seconda parte del libro si apre con la proposta di una serie di attività più pratiche legate all’ecologia dell’ascolto, curate da Lorena Rocca, Giovanni Galfetti e Anna Galassetti, per concludersi con un lungo capitolo che documenta un profondo lavoro pedagogico e didattico legato alla presenza del treno in Canton Ticino; impronta sonora, marcatore sonoro che diventa campo d’attenzione privilegiato per attraversare, esplorare e conoscere un territorio, alla ricerca di legami, memorie, significati, identità.
Le ricche bibliografie a fine di ogni capitolo costituiscono un fondamentale sussidio di studio per chi voglia approfondire un tema che, secondo chi scrive, dovrà divenire centrale nella riflessione pedagogica e nella proposta educativa dei prossimi anni, attraversando le varie discipline, certo, ma che sarebbe bello vedesse in prima linea quell’educazione musicale che troppo spesso, ancora oggi, se pur con molte eccezioni, si occupa essenzialmente di fornire competenze tecniche, dimenticando che forse, nella scuola di tutti, è sempre più importante sviluppare sguardi critici ed eticamente orientati.

Enrico Strobino