Giochi musicali e disturbi dell’apprendimento

AMALIA LAVINIA RIZZO
Giochi musicali e disturbi dell’apprendimento. Come potenziare i prerequisiti di lettura e scrittura
Carocci editore, Roma 2021, pp. 180, € 16,00

A CHI SI RIVOLGE
Il testo si rivolge a chi opera nella scuola dell’infanzia, o comunque con bambini e bambine della fascia prescolare. Anche chi insegna in altri ordini scolastici lo troverà però molto utile per la chiarezza con cui mette a fuoco le diverse tematiche, per la ricchezza dei riferimenti normativi e bibliografici, per la significatività delle proposte operative. Può infine essere una importante lettura per chi non si occupa direttamente di insegnamento, ma è comunque interessato ad approfondire i meccaniscmi di apprendiento della lettura e della scrittura e l’influenza che la musica può avere su di essi.

MOTIVI DI INTERESSE
Il testo è suddiviso in due parti: una prima, di carattere generale, in cui si riepiloga quanto si sa attualmente sui Disturbi Specifici di Apprendimento (primo capitolo) e sulla letto-scrittura (secondo capitolo) e una seconda relativa all’importanza della musica e al ruolo che può aver il gioco musicale in questo contesto.
La prima parte rappresenta un riuscito tentativo di fare “il punto della situazione”, in modo chiaro e sintetico, esponendo gli elementi essenziali, esplicitando le fonti e fornendo indicazioni per un eventuale approfondimento. Ripetto ad altri testi ha il pregio di mantenere un’attenzione costante all’aspetto pedagogico e didattico, avendo come riferimento il contesto scolastico (e la normativa attualmente in vigore), con uno sguardo particolare all’età prescolare che, come afferma Lucia Chiappetta Cajola nella prefazione, rappresenta «una fase temporale privilegiata per lo sviluppo motorio, percettivo, cognitivo, socio-comunicativo funzionale al personale percorso di crescita verso l’autonomia e la consapevolezza di sé» (p. 9). Vengono poi analizzati i meccanismi sottesi alla lettura e alla scrittura, mettendo in luce i due modelli fonologico e lessicale, esplicitando i prerequisiti necessari per le diverse azioni e mettendo in luce le possibili difficoltà e i segnali predittivi rispetto alla presenza di un Disturbo Specifico di Apprendimento. Il tutto con un linguaggio semplice, ma mai banale, che riesce a rendere comprensibili gli elementi essenziali anche a persone non “esperte” e che rende evidente l’obiettivo dell’autrice di arrivare realmente a chi opera quotidianamente in questo settore.
La seconda parte del testo ha al centro la musica e la sua valenza nel percorso di crescita degli individui (crescita globale complessiva e crescita musicale), anche in presenza di difficoltà o di disturbi specifici. La musica quindi non solo per pochi privilegiati particolarmente “dotati”, ma anche come attività che «concorre alla rimozione degli ostacoli e all’implementazione dei facilitatori necessari per promuovere l’apprendimento e la partecipazione di ciascuno» (p. 73).
Di nuovo siamo di fronte a una sintesi chiara ed essenziale di quanto abbiamo più volte sostenuto in merito all’utilità della musica: concetti che forse è oggi più che mai utile e necessario esplicitare e ribadire con forza. L’analisi  è riferita all’ambito della scuola dell’infanzia, ma è facilmente trasferibile agli altri ordini scolastici.
Si entra poi nel merito di quello che può essere considerato come «il primo studio che affronta in modo sistematico e approfondito le opportunità offerte dal gioco musicale per il potenziamento dei prerequisiti di lettura e scrittura nella scuola dell’infanzia in una prospettiva inclusiva» (p. 11). La trattazione teorica – documentata e ricca di esempi, anche di attività pratiche – risulta particolarmente interessante anche per altri livelli di età e forse potrebbe indurci a riflettere su quanto di gioco musicale ci sia nel suonare (non per niente in molte lingue suonare e giocare sono indicati con la stessa parola) e nel fare musica anche a livello professionale.
In appendice al testo viene proposta una dettagliata programmazione di attività musicali per la scuola dell’infanzia per lo sviluppo di prerequisiti di letto-scrittura: sicuramente un utile strumento non per essere riprodotta integralmente, ma come spunto di lavoro e materiale con cui confrontarsi.

Mariateresa Lietti