Testi in testa

MARCO DALLARI
Testi in testa. Parole e immagini per educare conoscenze e competenze narrative
Erickson, Trento 2012, pp. 272, € 9,99 (disponibile solo in e-book)

A CHI SI RIVOLGE
Il volume si rivolge a insegnanti, educatori (anche genitori), studenti e studiosi interessati a cogliere il valore dell’esperienza narrativa e a comprenderne le plurime relazioni con diversi linguaggi.

MOTIVI DI INTERESSE
Adottando una formula ricorrente e fortunata, quella dell’articolazione tematica in forma di parole-chiave, l’autore ci conduce all’esplorazione del concetto di testualità colto nell’interazione tra molteplici dimensioni espressive. Un “testo” viene infatti qualificato non solo quale oggetto o apparato mentale, ma in particolare quale «dispositivo capace di organizzare in forma unitaria e coerente il pensiero e la sua esposizione» (p. 23), le cui caratteristiche sono quelle di prevedere coesione testuale, un argomento di fondo, coerenza tra le parti e unità di stile.
Marco Dallari, consapevole della necessità di stabilire interconnessioni per costruire apprendimenti significativi, ci mostra come l’idea di testo nasca e si sviluppi nei bambini attraverso l’interazione tra suoni, movimenti, immagini, parole. Per questo le caratteristiche del congegno testuale devono essere riconosciute anche in testi polialfabetici, tra cui si esaminano in particolare i testi che permettono alla parola di incontrare l’immagine.
La relazione dei diversi piani linguistici porta a mettere a fuoco due importanti processi, quelli di intertestualità e intermedialità che conciliano concettualità e sensorialità diverse alla ricerca di «una nuova sintesi semiotica capace di recuperare quell’unità sintetica che lo spezzettamento del pensiero e della comunicazione nei vari linguaggi e alfabeti autarchici e “specializzati” ha creato nella cultura occidentale» (p. 41-42).
La seconda parte del volume, grazie anche a opportune esemplificazioni, focalizza la ricchezza simbolica, poetica, “intenzionatrice” e ludica messa in atto dai diversi dispositivi testuali, eletti a guidare l’incontro tra i soggetti e le cose, azione che caratterizza anche l’atto educativo.
Il volume conclude con la messa a fuoco di specifiche testualità (testi dell’identità personale, testi teatrali, testi narrativi, testi argomentativi, sceneggiature…). Tra questi, importante per il nostro osservatorio, è la puntualizzazione del processo di transcodifica, che – per tutti i linguaggi artistici, tra cui la musica – è operazione invitante per porre in atto la «conversione di segnali e/o messaggi da un codice, da un sistema simbolico e/o un modello formale a un altro» (p. 223). Il che ci conforta nel riproporre l’invito a cogliere, nei variegati alfabeti e linguaggi, tutte le possibili imbricazioni.

Alessandra Anceschi