Corporeità

MICHELE GAGLIARDO – SALVATORE RIZZO – TIZIANA TARSIA – EMILIO VERGANI (a cura di)
Corporeità. Pratiche educative nell’incontro con i corpi in crescita
FrancoAngeli, Milano 2018, pp. 123, € 14,00

A CHI SI RIVOLGE
Il volume offre spunti di conoscenza e di riflessione sia alle studentesse e agli studenti di Scienze della Formazione, sia a insegnanti, educatori/educatrici professionali, operatori sociali.

MOTIVI DI INTERESSE
Questo volume, nonostante una certa frammentarietà, o forse proprio grazie ad essa, può essere un utile strumento per affrontare i diversi piani problematici sui quali si articola il tema della corporeità.
Sono qui raccolti testi prodotti da pedagogisti, filosofi, sociologi, assistenti sociali, educatori durante l’appuntamento annuale denominato CantierEducare, promosso a Parma dalla Lude (Libera Università dell’Educare). I diversi studiosi setacciano il concetto di “corpo” nelle sue sfaccettature e assumono punti di vista diversamente orientati. Tutti concordano però sul fatto che la dimensione della corporeità appaia fraintesa, trascurata, violata, stretta com’è fra due dimensioni opposte che di fatto la oscurano: quella fisica, che vede soltanto il piano biologico e funzionale e quella metafisica, che considera il corpo un involucro caduco della dimensione spirituale.
Molti mettono in luce le contraddizioni e le schizofrenie generate dai supporti e dagli “ambienti” tecnologici di ultima generazione (Internet, social networks ecc.), nonché dall’insistenza della comunicazione mediatica su irraggiungibili modelli di bellezza, di prestanza fisica e di eterna giovinezza, che esercitano una potente influenza soprattutto sugli adolescenti. Molti infine affrontano il tema del corpo negli ambienti educativi e riflettono su una prospettiva pedagogica che vede il corpo come luogo e teatro delle relazioni e degli apprendimenti.
In particolare Tiziana Tarsia, partendo dal presupposto che «l’apprendimento dell’osservazione diretta possa essere utile agli operatori dei servizi educativi per acquisire la capacità di riflettere sulla propria azione» (p. 26), documenta alcune interessanti esercitazioni da lei proposte durante il lavoro di formazione, attraverso le quali i futuri educatori conquistano «un buon livello di consapevolezza dei meccanismi di rappresentazione sociale legati al corpo» (p. 40). Queste esperienze possono offrire spunti utili anche a chi si occupa di formazione degli insegnanti di musica.
Interessante infine il contributo di Mariagrazia Contini, che, riprendendo temi diffusamente argomentati nelle sue pubblicazioni, analizza il paradigma della disgiunzione fra mente e corpo e fra ragione ed emozioni, che tanto ha influenzato e influenza tuttora i contesti e le pratiche dell’educazione. La studiosa individua nel nostro tempo la predominanza di un “pensiero unico” conformista e di un’“emozione unica”: l’indifferenza; di conseguenza sottolinea la necessità urgente, in particolare per i preadolescenti, di un’educazione all’empatia, che ha come presupposto irrinunciabile il riconoscimento del proprio e dell’altrui “essere corpo”.

Anna Maria Freschi