Vide@mus (MD 155) – Pentafonie

La selezione dei seguenti video è orientata alla costruzione di un percorso per la comprensione e l’utilizzo della scala pentafonica. L’ordine con il quale sono proposti è puramente indicativo e le proposte operative sono date in forma di suggerimento. All’insegnante di stabilire in modo dettagliato successioni, tempi, consegne di lavoro e percorsi di collegamento – qui solo accennati – tra i materiali video.

Le attività suggerite sono da proporre, a titolo orientativo, ad allievi tra gli 11 e i 15 anni. Se opportunamente rielaborate possono servire anche con allievi strumentisti principianti.

  • Il primo video offre l’opportunità di ascoltare cinque frammenti musicali e di fare ipotesi per rilevare cosa hanno in comune (utilizzare il video da 0.00 a 1.12), e di verificare le idee espresse con la soluzione proposta (da 1.12 a 3.20). Al fine di dare orientamenti un poco più cauti rispetto alle certezze fornite dal video, si suggerisce di puntare l’attenzione sul carattere di trasversalità senza insistere troppo sull’origine antropologica della scala. Ci si può arrestare qualche secondo prima della conclusione del video (al minuto 3.20 piuttosto che 4.10), poiché le annotazioni poste in chiusura aprono problematiche in altre direzioni.)

TRADUZIONE DEL TESTO
Ascolta queste cinque canzoni di diversa provenienza. Tutte condividono qualcosa di semplice e profondo./ Queste canzoni sono tutte basate su cinque note, ma ancora di più tutte utilizzano le stesse cinque note./ Sì, ogni sistema musicale nel mondo condivide queste cinque note, quasi fosse un sistema congenito nell’umanità, come le cinque dita di una mano./ In occidente chiamiamo questa successione Pentatonica, dal greco penta (cinque). Ecco i cinque suoni./ È facile trovare i suoni pentatonici su una tastiera di pianoforte, poiché essi sono i tasti neri./ Numerose melodie nella storia sono state costruite con profilo pentatonico. Ad esempio queste famose melodie di origine anglosassone./ Molte canzoni rock utilizzano pattern pentatonici, come il famoso riff dei Led Zeppelin di Whole lotta love.

  • Il secondo video suggerisce all’insegnante una strategia per allenare la classe ad intonare la scala pentatonica. Vista l’eccessiva velocità delle proposte del video, si consiglia di utilizzarlo collettivamente dopo alcune attività analoghe adattando tempi di proposta e risposta. Attività analoga può essere condotta nelle classi di strumento sostituendolo alla voce.
  • Il terzo video mostra una possibilità di improvvisazione con la scala pentatonica. Nonostante l’apparente impressione di semplicità di esecuzione (tratto spesso caratterizzante le performance di Bobby Mc Ferrin), è evidente la complessità dei processi in gioco. È tuttavia possibile imitare alcuni dei procedimenti adottati, magari disegnando a terra i “gradini” della scala pentatonica e chiedendo alla classe di eseguire vocalmente i passi dell’insegnante o di qualche allievo designato.

Analoga proposta di improvvisazione, questa volta strumentale, può essere suggerita da questo video. Si possono proporre adattamenti diel lavoro per classi di strumento diverse dal pianoforte: a coppie, dando ruoli scambievoli di “melodia e accompagnamento” o di costruzione di polifonia a due voci; a piccolo gruppo attribuendo ruoli di improvvisazione accordale ad alcuni (decidendo, ad esempio, una comune pulsazione su cui cambiare la nota dell’accordo) e improvvisazione melodica ad un singolo.