Vide@mus (MD 160) – Guardare Ascoltare Analizzare

Music Animation Machine è un software creato dal musicista inglese Stephen Anthony Malinowski attraverso il quale è possibile ascoltare musica con gli occhi. Si tratta di un sistema di visualizzazione analogica delle parti strumentali di grande suggestione visiva e di straordinaria efficacia didattica. Attraverso il sito http://www.musanim.com o digitando su You Tube la stringa “musanim” (oppure visitando http://www.youtube.com/user/smalin) è possibile selezionare molte soluzioni di trascrizione. La scelta di video che proponiamo, con l’obiettivo generale di fornire supporti per l’ascolto e per l’analisi (il ruolo dell’organo visivo qui non toglie nulla all’ascolto, ma – al contrario – aggiunge informazioni per la comprensione), non mira a costruire un organico percorso didattico, ma suggerisce materiali di visione/ascolto da adattare alle proprie esigenze didattiche.

Per ognuno dei video selezionati si indicheranno alcune essenziali prospettive di utilizzo con l’intento di incuriosire a frugare nelle disponibilità di questo archivio per scegliere le prospettive di lavoro sulle commisurare le proprie attività

Antonio Vivaldi – Inverno (Allegro non molto) da Le Quattro Stagioni

Con estrema chiarezza il video mostra la divisione dei ruoli nel concerto solista di Vivaldi. Attraverso il raffronto tra colori e disposizione di linee e punti, discriminazione percettiva e, successivamente, anche visione della partitura è possibile risalire con i ragazzi ad attribuire ad ogni colore il timbro strumentale relativo.

Claude Debussy – Arabesque (A, B) per pianoforte

La sinuosità e evanescenza di “linee” e “bolle” (perle che si snocciolano) abbinate all’Arabesque di Debussy contribuisce a sollecitare quell’evocazione immaginativa che il brano già sollecita per suo conto. La visualizzazione aiuta a percepire le sezioni di sviluppo più pienamente melodiche da quelle accordali, di individuare le loro commistioni, e consente di seguire e riconoscere la pregnanza delle parti interne, altrimenti nascoste alla percezione.

Ludwig van Beethoven – Per Elisa, Bagatella in la minore WoO59

Il video impegna l’ascoltatore/spettatore ad un’operazione complessa in multitasking, ma interessante sul piano della qualità delle interrelazioni che sollecita.

La Bagatella ci viene proposta in una quadruplice possibilità di ascolto: tramite lo scorrimento della trasposizione analogica, tramite lo scorrimento della partitura tradizionale, tramite la visione delle mani dell’esecutore dall’alto e viste di lato. La contemporaneità degli avvenimenti, se da un lato disperde la concentrazione sul suono e sulla sua unità di svolgimento, dall’altro obbliga l’ascoltatore a ricondurre i diversi piani verso l’unico centro costituito dalla dimensione aurale e ad operare la necessaria sintesi in tempo reale.

Johann Sebastian Bach – Variazioni Goldberg, Fughetta n. 10, BWV 988

Johann Sebastian Bach – Toccata e Fuga in re minore BWV 565

Entrambi i video si prestano mirabilmente a fare comprendere quali siano i meccanismi costruittivi della fuga. La resa grafica è di sicuro supporto anche alla comprensione di concetti quali: contrappunto, polifonia e canone.

Attraverso la visione e l’ascolto del primo video si può chiedere di individuare la struttura generale del pezzo (parti e ripetizioni) e verificare quante volte il soggetto compaia (evitando di sommare il computo nei ritornelli, che invece potrebbero servire quale verifica del conteggio appena operato).

Nella Toccata e Fuga la resa grafica è l’ideale per comprendere la diversità tra la struttura preludiante e improvvisativa della Toccata e il rigore della Fuga.

La possibilità di prevedere, attraverso la visione in anticipo degli elementi grafici che compariranno, quale sarà lo sviluppo costruttivo del brano, consente agli ascoltatori/spettatori di entrare in aspettative di ascolto che motivano l’attenzione e contribuiscono a significare la comprensione.

Ronald Bruce Smith – Nostalgia, Quartetto n. 2, Corrente (primo movimento)

Ronald Bruce Smith è un compositore canadese che lavora sia in ambito acustico che elettronico.

L’ascolto accompagnato dalla visione del movimento analogico di questo tempo di quartetto (del 2006) farà comprendere immediatamente (molto prima rispetto al solo ascolto percettivo, sebbene accurato) di come tutta la conduzione delle voci abbia quale perno il moto contrario sul quale si organizzano pulsazioni isocrone in pizzicato.

La visione del filmato può condurre in modo guidato ragazzi di scuola secondaria ad operare un’analisi del brano che sarebbe piuttosto ostica se lasciata al solo ascolto, anche se supportato dall’analisi della partitura (le due prospettive sono ovviamente strade di integrazione rispetto alla sola visione del video).

Utilizzato in classi di strumento (scuole di musica, SMIM, conservatori) il video potrebbe suggerire l’invenzione e la composizione a piccolo gruppo di un componimento avente medesimo principio generativo (moto contrario di due parti e punteggiatura in staccato).

La pregnante dimensione estetica (quasi ipnotica) ne suggerirebbe un utilizzo performativo e teatrale: la proiezione al buio del filmato su un grande schermo, potrebbe essere accompagnata da sonorizzazioni dal vivo (elastici su cassette, cordofoni di costruzione casalinga, chitarre, archi, …) aggiunte ad amplificare, ad esempio, i pizzicati visualizzati con le “bolle blu”. Se a questa sonorizzazione si aggiungesse nel buio l’accensione sincronizzata di un punto di luce (una pila, un laser, una lampadina …) l’effetto suggestivo sarebbe garantivo.